Autismo: la diagnosi

Come e quando si arriva alla diagnosi di autismo

Secondo il DSM-V, manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali che funge da riferimento per i professionisti di tutto il mondo, l’autismo si caratterizza per la manifestazione di sintomi in due macro aree: la prima è quella dei deficit della comunicazione sociale e dell’interazione sociale mentre la seconda riguarda i comportamenti ristretti e ripetitivi, che nell’autismo di presentano in quantità e qualità specifiche.

Si tratta quindi di comportamenti potenzialmente osservabili fin dai primi mesi di vita, motivo per cui i fratelli di bambini autistici meriterebbero una valutazione costante della qualità del loro percorso di sviluppo.

Non esiste un test su base organica che possa indicare con certezza assoluta la presenza di un quadro clinico riconducibile all’autismo, cosa possibile per esempio nella diagnosi della sindrome di Down, inequivocabilmente confermata da un test genetico. La diagnosi di autismo è frutto invece dell’osservazione diretta da parte di un clinico esperto di determinati comportamenti nel bambino, unitamente ad un’accurata raccolta di informazioni in possesso della famiglia circa le fasi di sviluppo precedenti e ad un’indagine sulla qualità di adattamento nei contesti sociali in cui si trova inserito.

Esistono diversi strumenti che supportano il clinico in questo compito così delicato. L’ADOS-2 è lo strumento d’elezione per condurre un’osservazione mirata all’individuazione di sintomi riconducibili all’autismo: attraverso materiali specifici e situazioni mirate, l’esaminatore godrà di occasioni privilegiate per osservare determinati comportamenti nel bambino.

L’ADI-R è invece un’intervista finalizzata a ottenere descrizioni relative al comportamento del un soggetto nell’intero corso della sua vita, affinché sia possibile determinare se il suo percorso di sviluppo e le caratteristiche del suo comportamento soddisfano o meno i criteri della diagnosi di autismo o di Disturbo dello Spettro Autistico.

Questi test cominciano a definire un quadro di rischio dai 12 mesi in avanti e il più delle volte è possibile concludere la diagnosi con la dovuta quota di certezza  intorno ai 3 anni. Può comunque capitare, in presenza di quadri meno evidenti o potenzialmente riconducibili ad altri quadri clinici, che il percorso diagnostico si protragga fino all’inizio della scuola elementare.

ADOS-2 e ADI-R sono due tasselli indispensabili per formulare una diagnosi ma è indispensabile che vengano somministrati da clinici esperti di autismo nelle sue varie manifestazioni.

 

 

 

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